sabato 14 dicembre 2013

Frozen - Il regno di ghiaccio

di Chris Buck, Jennifer lee
Animazione
Walt Disney 2013





La Disney è sempre la Disney e lo conferma ancora una volta con questo bellissimo e prezioso cartone in formato musical ideale per le vacanze natalizie ormai alle porte. 
Ispirato a La regina delle nevi di Hans Christian Andersen, narra la storia di due sorelle, Elsa e Anna, che vivono nel regno di Arendelle. Elsa però custodisce un segreto che non riuscirà a nascondere troppo a lungo: ha la capacità di trasformare tutto ciò che tocca in ghiaccio e neve. Un potere sempre più forte che può divenire anche molto pericoloso. Fino al giorno della sua incoronazione a Regina, dove sopraffatta dall’emozione scatena una tempesta di neve e ghiaccio sul suo regno. Decide così di scappare lontano dove può essere se stessa fino in fondo. Anna deciderà con l’aiuto di Kristoff, della sua renna Sven e del simpaticissimo pupazzo di neve animato Olaf, di riportare la sorella nel regno così da far ritornare l’estate e di gestire questo potere. Con che cosa ciò sarà possibile?

Un musical animato che cattura occhi e cuore. Bello da vedere grazie all’ausilio del 3D ma anche alle bellissimi immagini offerte da una tecnologia sempre più sofisticata.  Anna ed Elsa sono magnifiche e regali, gli abiti che indossano sono incantevoli e tutto lo scenario della città, della neve, degli oggetti è qualcosa di meraviglioso. La storia poi è sviluppata in modo perfetto, senza sbavature o assurdità, anzi ci si perde nel regno incantato tanto da riuscire a staccare gli occhi solo sui titoli di coda. Siamo nel regno della fantasia e l’unica cosa da fare è lasciarsi trascinare in questo mondo magico senza troppi pensieri. Un cartone che mette d’accordo grandi e piccini per la bellezza che in sé racchiude. 
L’immagine della principessa di tradizionale storia è ormai archiviata.
L’immagine della donna si è evoluta anche nei quartieri Disney. E’ una principessa autonoma, imprenditrice di sé che prende le proprie decisioni e commette consapevolmente i propri errori. Ne è passato di tempo dal bacio del principe che sveglia così la sua amata. Siamo dinanzi a una donna nuova, più cazzuta e disinvolta che non perde per questo il proprio fascino, anzi lo amplifica. Elsa è razionale, ha paura di fare del male agli altri; Anna è una sognatrice che si mette in gioco appena necessario. L’amore familiare tra Elsa e Anna è il motore di tutta la favola.
Il pupazzo di neve Olaf è il nuovo personaggio cult, simpatico e tenero, curioso e sincero, diventerà di certo il nuovo amico dei piccini.  


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Pubblicato su Cinema4stelle

giovedì 5 dicembre 2013

Ciao Attaccabrighe!


Non sono nato con la sete di libertà. Sono nato libero, libero in ogni senso che potessi conoscere. Libero di correre nei campi vicino alla capanna di mia madre, di nuotare nel limpido torrente che scorreva attraverso il mio villaggio, di arrostire pannocchie sotto le stelle, di montare sulla groppa capace di lenti buoi. Finché ubbidivo a mio padre e rispettavi le tradizioni della mia tribù, non ero ostacolato da leggi divine né umane. Solo quando ho scoperto che la libertà della mia infanzia era un'illusione, che la vera libertà mi era già stata rubata, ho cominciato a sentirne la sete. (...) Da quando sono uscito dal carcere, è stata questa la mia missione : affrancare gli oppressi e gli oppressori. Alcuni dicono che il mio obiettivo è stato raggiunto, ma so che non è vero. La verità è che non siamo ancora liberi: abbiamo conquistato soltanto la facoltà di essere liberi, il diritto di non essere oppressi. Non abbiamo compiuto l'ultimo passo del nostro cammino, perché la libertà non è soltanto uno spezzare le proprie catene, ma anche vivere in modo da rispettare e accrescere la libertà degli altri. La nostra fede nella libertà deve essere ancora provata.

"Lungo cammino verso la libertà"

Nelson Mandela 
1918-2013

domenica 1 dicembre 2013

Gli amici di Eddie Coyle


Leonard Elmore ci aveva indirizzati bene! "Il miglior romanzo poliziesco mai scritto, ha ridotto Il Falcone maltese ad una lettura di Nancy Drew". E come dargli torto.
Gli amici di Eddie Coyle non solo solo un ottimo noir per stile e contenuto, ma rivoluzionò anche il concetto stesso di crime. Eh sì, perché dopo vari tentativi letterari, nel 1972, George Vincent Higgins, finalmente intraprese la strada giusta sfornando questo ottimo libro dove mise a segno tutta la sua esperienza di procuratore distrettuale. Nato a Boston, amante di Hemingway e ottimo conoscitore degli ambienti malfamati e del linguaggio da gangster dopo aver passato ore e ore a sentire interrogatori e a seguire indagini come il suo lavoro imponeva.
Il libro narra le vicende di un gruppo di fuorilegge alle prese con armi e polizia. Gli ambienti sono quelli squallidi e volgari di chi tira avanti senza obiettivi se non quello di fare un bel colpo e campare fino al prossimo. Eddie Coyle è un uomo di questi, detto anche Eddie Dita perché privo di un dito, perso dopo aver fatto arrabbiare "gli amici". Ora alle prese con armi che gli vende il compare Jackie Brown, sì Tarantino ha celebrato questo libro chiamando così una sua eroina, la magnifica Pam Grier nell'omonimo film, ma Eddie fa anche il doppio gioco di informatore perché ha una pena in sospeso e cerca di comprarsi la grande giuria. Questi amici in pratica sono una manica di criminali che cercano di fregarsi l'un l'altro dove ognuno prova a guadagnare quel po' di profitto per tirare avanti, con mogli da tenere a bada e figli di cui occuparsi.
Il tutto viene raccontato attraverso il dialogo, cavallo di battaglia anche di Leonard Elmore da qui ripreso, dove non vi è il narratore tout court, quello al quale siamo solitamente abituati che spiega ambientazioni e immagini, ma vi è solo il narrato attraverso le varie conversazioni e solo parlando veniamo a conoscenza di ciò che sta accadendo, di dove ci troviamo e cosa accadrà. E' una scelta stilistica nuova (ricordiamo l'uscita nel 1972) che fa centro. Per questo genere letterario il puro dialogo regala alla storia un carattere molto realistico e vero, senza fronzoli o abbellimenti di alcun genere che fa molto storia-da-bassifondi. La scena la ricostruisce il lettore attraverso il racconto dei personaggi ed è un lavoro interessante e curioso. Assume importanza la parola, ossia il colloquio nella sua forma più vera, ricca di azione. Come un film. Insomma libro cult per gli amanti del genere, non troppo lungo che più che leggere si divora in poco tempo.

5/5



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