martedì 13 marzo 2012

The Double

di Michael Brandt 
con Richard Gere, Topher Grace, Martin Sheen, Odette Yustman, Tamer Hassan, Stana Katic, Stephen Moyer
Usa
2011


Paul Shepherdson (Richard Gere), agente della CIA in pensione, viene richiamato dal suo mentore Tom Highland per indagare sull’uccisione di un senatore che pare avesse avuto rapporti con la Russia. Shepherdson nella sua lunga carriera ebbe a lavorare sul caso Cassius, spietato killer russo,  la cui modalità tipica di uccisione era un taglio netto al collo. Il senatore pare morto nelle stesse circostanze, per cui l’ex agente è la persona adatta ad investigare. Viene affiancato però da un giovane agente dell’FBI Ben Geary (Topher Grace), convinto si tratti proprio di Cassius, mentre Shepherdson parla di un imitatore, perché sicuro che Cassius sia morto.
Su tale base inizia un thriller che fa acqua da tutte le parti. Questo principalmente perché sin da subito si scoprirà la vera identità di Cassius facendo così calare di colpo l’attenzione dello spettatore, che ormai si trova a sapere troppo non avendo più alcuna curiosità o nodo da sciogliere. La pellicola tuttavia prosegue tra indagini, analisi, inseguimenti senza nesso logico tra di loro. La sensazione è quella di un film poco curato, mediocre e senza un vero fondamento.
Gli psico thriller (che fanno pensare ad Alfred Hitchcock, ma qui non vi è assolutamente nulla del Maestro) devono essere strutturati in modo intelligente e d enigmatico per trovare una loro verità e una via per lo meno credibile. E forse rendendosi conto dello scarso risultato si è pensato di inserire sul finire un altro colpo di scena, che se da una parte dona al film un minimo di dignità, dall’altro il telespettatore è già troppo stanco per gustarlo. Insomma ci si muove a tentoni, con personaggi che sembrano delle macchiette piuttosto che interpreti. Paul e Ben, che forse dovrebbero rappresentare l’archetipo del poliziotto buono e quello cattivo non riescono a bilanciare le loro parti, rendendo poco credibili i loro personaggi.
Esordio alla regia di Michael Brandt, già sceneggiatore di 2 Fast 2 Furious, il quale realizza un film veloce e che velocemente si dimentica, poco thriller e molto banale.

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