venerdì 24 febbraio 2012

Straw dogs - Cani di paglia

di Rod Lurie
con Laz Alonso, Alexander Skarsgård, James Marsden, Kate Bosworth, Willa Holland
Usa
2011

Una giovane coppia di sposi, David ed Amy Summer, si trasferisce nel paesino di nascita di lei. Il marito, sceneggiatore e scrittore, pensa così di poter trovare la giusta concentrazione per terminare il suo lavoro, mentre la moglie, attrice famosa e molto bella, può occuparsi della vecchia casa paterna. Giunti nel paese, che vive di usi e tradizione proprie, i due prendono subito contatto col posto e coi loro abitanti. Amy, conosciuta ed amata si trova più a suo agio in un posto che a David è del tutto estraneo. Non mancano le stranezze e le tensione che David cerca di affrontare con classe e distacco. La coppia incarica quattro vecchi amici di Amy di riparare una parte della loro casa, ma subito iniziano i problemi di relazione. Infatti il gruppo, volgare e aggressivo, importuna Amy e prende in giro David, che stremato li licenzia. Dopo una serie di tragiche vicende, David si ritroverà a difendere la propria vita, quella di sua moglie e la sua proprietà con le unghie e con i denti, tirando fuori il suo lato più forte, violento e criminale, che mai ci saremmo aspettati di vedere ad inizio pellicola. 
Cani di paglia remake dell'omonimo film di Sam Peckinpah del 1971, mostra i due lati dell'essere umano. La psicologia di David è infatti il fulcro della vicenda, perché è lui che dovrà cambiare il suo modo di vivere per tutelarsi. E' David che per sopravvivere all'umana cattiveria e violenza, dovrà diventare un cattivo e difendersi a tutti i costi. E' un film sulla violenza e sulla duplicità dell'uomo. Non sul doppio in stretto senso dostoevskiano, perché David non vive dentro di sé una duplicità, ma una volta annusato il pericolo, egli è costretto a cambiare comportamento. Anche lui diviene aggressivo, spietato. Ecco allora la doppiezza, inconsapevole e indispensabile. L'uomo in verità è un essere animalesco che posto dinanzi alla morte, reagisce di conseguenza. Macchiandosi di sangue se necessario. La sopravvivenza, tipica degli animale, ma insita in tutte le vicende umane, è il motore del vivere quotidiano, è il bisogno per il quale si combatte e si spera. 
Il gruppo di operai aggressivi e rozzi rappresentano il branco, quello che semina soprusi e si fa forte dell'unione. Rappresenta il male, che, citando il poeta Wystan Hugh Auden, "non è mai straordinario ed è sempre umano". Sono bestie chiuse in una cittadina che approva ciò che fanno. Ecco anche il male dei piccoli luoghi dove il confronto è nullo. Dove non arriva cultura e l'uomo è ridotto a essere un animale parlante.
Un film interessante, dunque, per la tematica, senza lode e senza vergogna, che merita una visione. Da recuperare l'originale.

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