giovedì 25 agosto 2011

Lanterna Verde

di Martin Campbell, con Ryan Reynolds, Blake Lively, Peter Sarsgaard, Tim Robbins, Usa, 2011.




In un universo oscuro e misterioso, i Green Lantern Corps da secoli proteggono lo spazio, trasmettendo pace e giustizia attraverso la forza verde della Volontà. Ora un nuovo nemico minaccia di distruggere questo equilibrio tenuto insieme con tanto fervore. E’ Parallax, il quale si nutre della Paura, nemico numero uno dei Green Lantern Corps. Per affrontarlo viene reclutato per la prima volta un essere umano: Hal Jordan (Ryan Reynolds, che si trasforma in un fumetto per la terza volta). Hal è un talentuoso pilota, sicuro di sé e arrogante, al quale verrà affidato uno degli anelli verdi attraverso il quale potrà fronteggiare il nemico. L’anello si nutre d’energia da una lanterna e viene usato attraverso la Volontà, ma il suo unico limite è l’immaginazione umana.

Tratto da un fumetto della DC Comics, Lanterna Verde è sicuramente uno dei supereroi meno conosciuti nel panorama cinematografico, ma non per questo meno amato. Gli elementi per una storia fantascientifica ci sono tutti: il Bene e il Male in conflitto, un supereroe con alle spalle un ricordo difficile da dimenticare, pronto a combattere e a mettere a rischio la propria vita, il cattivo con sembianze mostruose, una donna, Carol(la sempre bella e lanciatissima Blake Lively), e il loro amore incerto e tormentato, uno scontro finale che decreterà la vittoria di una delle due forze. Da un punto di vista narrativo, quindi, non vi è nulla di diverso, ma molti sono i richiami ad altri film.

 Le tematiche affrontate spingono a domande filosofiche, come l’eterna lotta tra bene e male, nel caso specifico il conflitto tra Volontà e Paura e di come quest’ultima spinga l’uomo ad arrendersi senza neanche fare un tentativo. La paura paralizzante che svuota l’individuo della propria libertà. ‘Almeno morirò combattendo’ dirà Hal nello sforzo di convincere un guardiano a lasciarlo combattere contro Parallax. Forse anche la paura che si è impossessata dell’America dopo la tragedia dell’11 settembre ed implicito un invito a rialzarsi e far valere le proprie volontà. Pieno ovviamente di effetti speciali, Lanterna Verde mette in risalto l’elemento che nessun guardiano ha mai avuto: l’umanità, dapprima vista come un limite, dopo come il principio necessario per poter affrontare i propri timori.

2,5/5

Pubblicato su: Cinema4stelle

domenica 21 agosto 2011

Horror Movie

di Bo Zenga, con Steve Howey, Diora Baird, Kenan Thompson, Leslie Nielsen, Usa, 2011


Stan lavora in una videoteca e la notte di Halloween deve fare la sua ultima consegna prima di recarsi ad una festa assieme al suo migliore amico Teddy, un simpatico ciccione travestito da superman, la sua ex Nadine e la stralunata Mia, una pin-up senza cervello.  Si ritrova così in una desolata e terrificante cittadina della California, dove ne succederanno di tutti i colori e dove dovrà affrontare i sei più pericolosi e famosi serial killer che il cinema horror  ha presentato negli ultimi anni: Freddy Krueger di Nightmare, Jason Voorhees di Venerdì 13, Michael Myers di Halloween, Chucky di La bambola assassina, Leatherface di Non aprite quella porta e Pinhead di Hellraiser.
Bo Zenga esordisce alla regia con questa parodia sui maggiori film Horror del cinema moderno, dopo aver lavorato alla sceneggiatura del fortunato Scary Movie. E di quest’ultimo Horror Movie è figlio (come lo stesso titolo riecheggia) e ne riprende i toni e  la divertente caricatura attraverso scene esasperate e battute esilaranti (o quasi) e con doppi sensi.  Un film che si lascia guardare, che a tratti può anche divertire, ma che si lascia anche dimenticare in fretta, troppo in fretta. Se con Scary Movie si parlava di novità stilistica attraverso la messa in ridicolo di altri film del genere, Horror Movie appare qualcosa di già visto e non spicca quindi per originalità né per arguzia. Una comicità, quindi, contenuta, appena accennata senza nessun momento geniale e priva di qualsiasi trovata particolare. L’unica presenza degna di nota è quella di Leslie Nielsen, alle prese con uno dei suoi ultimi film. E come sempre non sbaglia e ne viene fuori l’unica macchietta interessante e curiosa in un film che non ha molti elementi per essere ricordato. I quattro attori protagonisti scimmiottano più che recitare e anche se siamo dinanzi ad una parodia, o almeno così dovrebbe essere, sarebbe stato necessario un pizzico in più di intensità. Perché i ruoli comici, forse, sono quelli più difficili da affrontare.  Horror Movie, insomma, scorre velocemente perché privo di una vera e propria trama, dove di horror e di comico non vi è nulla. 

1/5

Pubblicato su: Cinema4stelle

martedì 16 agosto 2011

Le notti di Salem - Stephen King


Ci sono autori che col tempo hanno dimostrato di avere una efficacia non comune nel descrivere il mondo e tutto ciò che vi ruota attorno. Autori che con dovizia di particolari ti catapultano per lunghe e infinite pagine nel luogo che loro hanno scelto per te, che con immagini descrittive e limpide ti raccontano di uomini, di sentimenti, di luoghi, di odori. Ti raccontano la Paura, te la fanno assaporare a piccole dosi, senza mai invaderti o risultare inopportuni con colpi di scena, alle volte fuori tempo e fuori luogo. Perché i sentimenti umani, anche quelli più forti, vanno raccontati con finezza e ricercatezza di linguaggio.
Stephen King è uno che quando scrive ti dà l'impressione di non mettere mai una parola a caso, ma di analizzarne una per una, di descrivere qualcosa quasi sussurrandola, mai alzando la voce o cercando di colpirti. Al buio, con luce soffusa, in silenzio narra del Male e del Mondo, racchiuso in questa cittadina del New England, Jerusalem's Lot, dove la Luce e l'Oscurità entreranno in conflitto. Un villaggio che nasconde il Buio più profondo, racchiuso nella Casa Marsten, che spicca sul promontorio, nella quale sono racchiusi paure e tensioni dell'Uomo. Un viaggio scorrevole, mai eccessivo, fatto di personaggi coi quali si familiarizza subito. Uno straordinario scrittore che già nel 1975 sapeva cosa voleva dire e soprattutto come voleva dirlo.
Il Male, rappresentato dai vampiri, la sua origine, il suo svilupparsi, ma anche il Bene, racchiuso in personaggi "positivi" che dentro di essi coltivano terrore ed infanzie infelici. In un'atmosfera cupa, un filo invisibile di paura accompagna il lettore, sempre teso e con lo sguardo attento su ciò che sta per accadere, senza mai scivolare in un eccesso di horror. L'immagine che scorre nella mente è quella di un villaggio triste, oscuro, melanconico, con grandi viali e molto mistero, come certe foto in bianco e nero. Ma è dentro le case che si consuma l'incubo che porterà Jerusalem's Lot a morire per sempre.

3,5/5

Uscito nel 1975.
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...