lunedì 26 settembre 2011

Sergio Bonelli, 1932-2011

Addio Sergio e grazie per le mille avventure che mi hai regalato!

E la morte, la morte, dolcissima e amara,
la morte che cerchi nella notte chiara,
che cerchi per dirle quanto l'ami ancora,
che eri andato via ma di nuovo sei qui ora,
perché non puoi stare lontano da lei,
e le dici piangendo: per te morirei,
e che sei il suo schiavo, e che lei è sovrana,
la morte, la morte, la morte puttana. 

Tiziano Sclavi (Totentanz 1)

martedì 20 settembre 2011

Il Debito

di John Madden
con Helen Mirren, Ciarán Hinds, Jessica Chastain, Marton Csokas, Sam Worthington, Tom Wilkinson
Usa
2011


Rachel, David e Stephan sono tre giovani agenti del Mossad, servizio segreto dello Stato di Israele, incaricati di catturare un feroce criminale nazista Vogel, conosciuto anche come ‘il chirurgo di Birkenau’ e di portarlo in Israele per sottoporlo a giusto processo. Durante la prigionia qualcosa va storto e i tre si ritroveranno a conservare per trent’anni un segreto che peserà sulla coscienza. Ammetteranno di aver ucciso Vogel durante un suo tentativo di fuga per non deludere le aspettative di un popolo desideroso di giustizia. La verità però è un’altra, Vogel infatti non è morto e il peso della bugia col tempo diverrà sempre più pesante sia verso se stessi che verso il popolo d’Israele.


Remake di un film israeliano del 2007, HaHov, il film di John Madden si presenta come un buon thriller, facilmente accostabile allo splendido Munich di Spielberg, ma di questo non ha né lo stile né il temperamento. Infatti Il debito sembra un film che sebbene abbia tutti gli elementi per essere un film di ottima qualità, rimane in superficie senza mai entrare nell’animo dei protagonisti. Questi ultimi impeccabili, sono forse l’unico punto forte della pellicola. Attori in ottima forma e con buone interpretazioni. Ma non basta. Il film si alterna tra due vicende temporali: nella prima siamo nel 1966 nella Berlino Est e vengono narrate le vicende del gruppo e dei loro piani per la cattura del nazista. La seconda racconta le vite dei tre dopo trent’anni. La paura che la verità venga fuori, il senso di colpa di Rachel e soprattutto di David per una bugia portata dentro per troppi anni. Una bugia che ha regalato ai tre onore e gloria, in modo del tutto immeritato. Dopo trent’anni di vita si tirano le somme. 
L’uomo fa una riflessione su ciò che ha compiuto ed ha fatto e si capisce così di avere sbagliato. Anche nella vita privata Rachel ha sempre vissuto una bugia. Ha scelto un uomo,  Stephan, che non ha mai amato rinunciando all’amore vero, quello con David. Ecco quindi che anche la componente amorosa non manca, ma il film comunque non decolla. Solo il finale regala qualcosa di buono, ma sembra che proprio dal finale si sarebbe dovuti partire per sviluppare un thriller più enigmatico. 


2,5/5

Pubblicata su: Cinema4stelle



venerdì 9 settembre 2011

Il vento che accarezza l'erba

di Ken Loach
con Cillian Murphy, Padraic Delaney, Liam Cunningham
Irlanda 2006
Titolo originale: The Wind That Shakes the Barley



Irlanda 1920. Imperversa la guerra d'indipendenza irlandese. Contadini ed operai si ritrovano a fronteggiare le numerose violenze e i molti attacchi dell'esercito britannico. Damien, giovane medico, decide di rinunciare al suo sogno per rimanere a difendere la sua patria, l'Irlanda, insieme ai suoi compagni e al fratello Teddy. Dopo la fine della guerra d'indipendenza, inizierà però quella civile che porterà lo stesso gruppo di rivoltosi a scontrarsi tra di loro, fratello contro fratello. 
Loach racconta la guerra, ma soprattutto le follie che questa comporta. Uomini forti che difendono le proprie idee fino allo stremo, fino alla morte. Le idee per le quali vale la pena lottare e anche morire, nonostante la vita, l'amore, l'amicizia. La lealtà è la vera protagonista di questa pellicola. Il coraggio che molti 'guerrieri' avranno sempre, anche davanti alla paura, alla morte, alla malattia, alle umiliazioni. 
Damien decide di restare, di combattere, di non lasciarsi sopraffare. Damien rappresenta l'Idea, la lealtà e la perseveranza. E' l'Idea che decide di morire per non morire mai. E poi la guerra, così lontana, ma così attuale che subentra laddove manca il dialogo. Il linguaggio che viene sostituito dalle armi, dalla violenza e dal  terrore che si respira nelle strade e nelle case e nei cuori.
"E' facile sapere contro cosa ti batti, ma più difficile è sapere per cosa ti batti".

3/5

Se un uomo non è disposto a lottare per le sue idee, o le sue idee non valgono niente, o non vale niente lui. 
Ezra Pound



Le guerre si somigliano un po' tutte, per questo mi è venuta in mente questa canzone. 



lunedì 5 settembre 2011

Bad Teacher


di Jake Kasdan, con Cameron Diaz, Justin Timberlake, Lucy Punch, Jason Segel, Usa, 2011


Elizabeth Halsey è un'insegnante eccentrica, scandalosa e per nulla ligia al proprio dovere. Insegna per forza di cose e il suo obiettivo primario è sposare un uomo molto ricco capace di mantenerla. Quando quest'obiettivo svanisce perché mollata dal suo miliardario fidanzato, capisce che deve immediatamente trovarne un altro e altrettanto ricco. Per riuscire nell'intento crede che sia necessario cambiare qualcosa in lei: rifarsi il seno. Per questo continuerà a fare l'insegnante senza nessuna vocazione particolare. Rifila quotidianamente ai suoi alunni, dei quali non conosce neanche i nomi, film più o meno didattici, mentre lei tenta di riprendersi dopo nottate consumate dall'alcool o dopo aver fumato marijuana. Sempre provocante e ammiccante, sempre su vertiginosi tacchi e attillati jeans riesce di continuo a farla franca dalle accuse che una collega precisa e responsabile, Amy, le muove. Quando nella sua scuola arriverà un nuovo professore, un goffo e ricco ereditiere (Justin Timberlake, per la prima volta nei panni di un nerd casto e ingenuo) Elizabeth si lancia alla sua conquista, ma dovrà fare i conti con la rivale Amy. Nonostante ciò Elizabeth ci è simpatica, nonostante la sua assenza di sensibilità e il suo esasperato materialismo ne viene fuori una macchietta ironica e sagace. Elizabeth è vivace, indisciplinata, volgare, superficiale ed egoista, ma alla fine si fa il tifo per lei. Se ci si aspetta una redenzione che la trasformi in una good teacher, si rimane delusi, ma la vera forza del film è proprio questa. Il cinismo di Elizabeth persiste, anzi si rafforza e lei rimarrà la spocchiosa e vuota insegnante di prima. Non un film sulle buone intenzioni o sui cambiamenti dell'animo umano, nonostante il dolce professore di ginnastica (Jason Segel) tenti attraverso le sue avance e le sue battute a doppio senso di farle capire cosa veramente conti. 
Cameron Diaz è ideale nella sua 
parte di svampita e irrecuperabile professoressa. Bellissima e accattivante, riesce a dar vita al suo personaggio grazie anche ad un linguaggio osceno e comico insieme. Una commedia leggera, divertente e bizzarra per l'eccesso della protagonista sempre sopra le righe che nonostante i suoi strani modi riesce ad uscire vittoriosa da tutto. Nessun messaggio interiore, dunque, o metafora importante solo un film da gustare senza alcuna pretesa o presunzione.

2,5/5

Pubblicato su: Cinema4stelle
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