domenica 27 novembre 2011

Happy Feet 2

di George Miller
Australia
2011


Spesso i film d'animazione riescono a trasmetterci messaggi più interessanti rispetto a tanti film in circolazione. Forse aiutati da un registro linguistico più naturale e scorrevole e da storie per lo più semplici ed efficaci, il loro modo di parlarci è unico. Ed è anche questo il caso di Happy Feet 2, seguito del ben riuscito Happy Feet, che nel 2006, oltre ad aver avuto un forte successo al botteghino, si avvalse anche dell'Oscar come miglior film d'animazione. Così George Miller ci riprova, stavolta anche col 3D, però, mentre nel primo il protagonista era Mambo, giovane pinguino poco portato per il canto, ma un vero talento nel tip tap, adesso protagonista è Erik, suo figlio. E questo, proprio come il padre prima di lui, è un tenero pinguino pieno di complessi e debolezze. Non sa ballare, né cantare, né possiede alcuna dote particolare. E' un giovane in crisi e così s'allontana da casa e incontra Sven, un pinguino particolare che sa volare. Quando Erik, ritrovato nel frattempo dal papà, rientra a casa, l'aspetta una triste sorpresa: a causa dello scioglimento dei ghiacciai, tutta la sua tribù si trova bloccata su un costone ghiacciato e se non troveranno una strada, di sicuro moriranno. Così Erik rimembrando anche le parole di Sven, grande ciarlatano e simpatico bugiardo, scorgerà dentro di sé il coraggio di agire, aiutato anche dal suo forte papà e dagli elefanti marini.
Questo è un film sulla diversità, sull'incontro di varie razze animali che per natura sono distanti, ma che riescono a trovare un punto di incontro, sia esso il bisogno o anche un semplice balletto. Erik è un tenero pinguino introverso e pauroso, ma grazie alle parole di Sven inizierà a credere a qualcosa di importante come la volontà: "Se si desidera, si vuole. Se si vuole, si ottiene" che fa venire in mente un grande classico come La gabbianella e il gatto e le sue celebri parole "Vola solo chi osa farlo!". Un cartone, dunque, decisamente incoraggiante, perché è grazie a queste parole che Erik riuscirà a convincere gli elefanti marini ad aiutarli nella difficile impresa. Grazie anche alle parole del più solido e realista papà Mambo, divenuto protettivo e apprensivo, col quale Erik riuscirà ad instaurare un rapporto migliore. L'importanza della propria convinzione, dunque, e della forza di volontà unite ad un fondamentale gioco di squadra perché "se si è tutti insieme si è sempre a casa". Un cartone semplice nei contenuti, ma anche movimentato e molto musicale, dove dietro si cela anche il tema dell'inquinamento e dell'innalzamento delle temperature che comporta conseguenze disastrose per la natura ed i suoi abitanti.

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Pubblicato su: Cinema4stelle

domenica 13 novembre 2011

Take me home tonight

di Michael Dowse
con Topher Grace, Anna Faris, Dan Fogler, Teresa Palmer
Usa, Germania
2011


Fine anni '80. Matt (Topher Grace) si è da poco laureato al Mit, ma non sa assolutamente cosa fare della propria vita, così lavora temporaneamente in una videoteca. Continua ad avere una cotta per la ragazza più bella del liceo, Tori, quella inarrivabile e perfetta, che adesso lavora in una finanziaria. Molte cose cambieranno per lui in una notte, una notte di follie e consapevolezze insieme al suo amico Barry, simpatico cicciottello che si darà alla droga e al sesso, e a sua sorella gemella, Wendy, fidanzata con il classico idiota della scuola. Una notte in cui tutto l'ex liceo si ritrova a far baldoria, ma nella quale si tirano un po' le somme sul cammino appena percorso e su ciò che si intende ancora fare. Non sempre, però, si è sicuri di che strada prendere e, spesso, le paure e le debolezze, paralizzano in un punto fermo senza offrire opportunità.
Matt è bloccato e non sa cosa fare della propria vita, rivede Tori e in lui si riaccendono vecchie passioni. Si sa, gli anni del liceo non sono facili, se poi sei considerato un perdente è ancora peggio. Però ci si può ancora riscattare, dimostrando di essere qualcuno e soprattutto di stare facendo qualcosa di importante, anche mentendo nella notte più folle che ci sia. Le atmosfere eighties ci sono tutte, a partire dalla musica molto curata (lo stesso titolo è ripreso da una canzone di Eddy Money),  dai particolari dei vestiti e delle stranezze tipiche di quell'epoca, fino al poster di Ritorno al futuro nella videoteca. E' la storia in sé che non suscita grandi emozioni. Priva di un reg istro lessicale genuino, sembra arrancare con battute prive di spirito e di carattere. Simpatia e comicità senza grinta, piuttosto arrangiata e quasi ridicola. Lo stesso Dan Fogler, che dovrebbe essere la macchietta della pellicola, è in verità goffo ed insignificante. La storia poi è delle più classiche della commedia americana: lo sfigato di turno, da sempre innamorato della più bella della scuola, che alla fine riuscirà ad avere il suo riscatto. Tutto già visto, nulla di nuovo, solita storia, soliti risvolti, ai quali si aggiungono attori poco convincenti e storia narrata malissimo. Un film che verrà dimenticato in fretta, perché di commedie come questa ne abbiamo tante, alcune delle quali di certo migliori.

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Pubblicata su: Cinema4stelle

12.11.2011


Giubilo tripudio e gaudio!

sabato 5 novembre 2011

Mosse vincenti (Win Win)

di Thomas McCarthy
con Paul Giamatti, Amy Ryan, Melanie Lynskey, Bobby Cannavale, Jeffrey Tambor
Usa 2011

Mike Flaherty è un piccolo e semplice avvocato del New Jersey alle prese con problemi economici. Marito di Jackie e padre di due bambine, nonché allenatore di lotta greco-romana nella scuola locale, a causa di queste difficoltà economiche decide di divenire il tutore di Leo, un anziano affetto da demenza senile, in modo da intascare l'assegno mensile che gli tocca, ma lasciando l'anziano in una casa di riposo. Le cose però cambieranno quando arriverà il nipote di Leo, Kyle, ottimo lottatore e adolescente confuso e triste a causa dei problemi che ha con la madre alcolizzata e assente. 
Mosse vincenti è una commedia fresca, leggera e intelligente. La sceneggiatura di certo non spicca per originalità, anzi è piuttosto prevedibile, tuttavia il film risulta godibile e ben fatto. Merito di un sempre convincente e ottimo Paul Giamatti, che col suo stile ed il suo portamento riesce ad ogni film ad imporre la sua impronta rassicurante e benevola. Merito di una commedia che scorre veloce, lasciando il buono che la pellicola vuole trasmettere. Mike è un uomo alle prese con la sua quotidianità, con i suoi problemi e le varie incertezze, è un padre e marito affettuoso, ma è anche un allenatore e sul campo cerca di infondere ai suoi ragazzi un senso di vittoria. La sua squadra, però, non vince mai una partita e con l'arrivo di Kyle, ragazzo silenzioso e triste, le cose in campo cambieranno. Il gioco di squadra come metafora di vita che viene riflessa sul rapporto che Kyle instaurerà con Mike e la sua famiglia. Un rapporto completo, sincero nonostante le diversità. Kyle, questo ragazzo che soffre nel suo mondo, è il centro di una pellicola veramente sorprendente, delicata nella sua forma, che probabilmente passerà inosservata, ma che una volta vista stupirà. Ricorda l'altra fresca commedia, tutta femminile, Whip it della esordiente (alla regia) Drew Barrymore. Appartengono a quel filone indipendente di film interessanti, che strappano sorrisi e anche riflessioni sul senso della vita, sulla difficoltà di crescere e sui rapporti che l’uomo instaura con gli altri. Film silenziosi che a distanza di tempo sono ancora lì, ricordati con piacere, impressi nella mente, che hanno regalato momenti piacevoli. Thomas McCarthy, regista da riscoprire, nonchè sceneggiatore del mitico Up, parla molto nei suoi film  dei rapporti umani tra esseri diversi tra loro. La diversità come mezzo, ma anche come fine del complicato mondo delle relazioni tra gli uomini, analizzando i diversi tipi che popolano il mondo. 

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Pubblicato su: Cinema4stelle



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