venerdì 18 marzo 2011

Il discorso del re

(The King's Speech) di Tom Hooper, con Colin Firth, Geoffrey Rush, Helena Bonham Carter, Guy Pearce, Regno Unito, Australia, 2010.

Mentre in tutto il mondo divampa la Seconda Guerra Mondiale, mentre Hitler predica la superiorità della razza ariana, portando all'uccisione di milioni di ebrei, mentre l'Inghilterra si prepara ad entrare in guerra, Re Giorgio VI d'Inghilterra (al secolo Bertie) è totalmente preso ed assorto dal discorso che dovrà tenere alla sua Nazione. Ok, è balbuziente e la cosa gli procura non pochi problemi, ma la sua preoccupazione è a dir poco esasperante.
Bertie ha difficoltà a confrontarsi con gli altri, balbetta, ha paura, è un uomo che ha subito frustrazioni da bambino, per questo ora preferisce rimanere all'ombra. La moglie cercherà di aiutarlo e lo condurrà dall'eccentrico logopedista Lionel Logue (Geoffrey Rush), col quale instaurerà, dopo un inizio burrascoso, un rapporto profondo ed emozionante. Insomma le due ore scorrono tranquille e 'tesissime' per capire se Bertie riuscirà a fare il suo discorso alla radio senza cadute pessime.                                                             Sarà che sono partita prevenuta perché questo film ha vinto l'Oscar rispetto al mio amatissimo Il cigno nero,  ma non mi ha trasmesso alcunché. Sarà carina la storia, ma a tratti è noiosa e non era assolutamente da Oscar. Vedere poi il Re Giorgio VI interessarsi unicamente al suo discorsetto strappalacrime invece di pensare ad una guerra imminente, m'ha toccato il sistema nervoso. Concordo pienamente con chi sostiene che sia un 'film furbetto e ruffiano'. Colin Firth (premiato a sua volta) non mi ha colpita particolarmente (sarà che lo ricordo in maglioncino con la renna sopra a cena con Bridget Jones). Errore disumano è stato, di certo, guardarlo doppiato, perché così ho perso tutta l'interpretazione di Firth che balbettava.
Nota positiva è sicuramente la fotografia. Mi sono piaciute tantissimo le inquadrature, spesso fuori prospettiva, alle volte disorganiche e quindi bellissime.
Geoffrey Rush, poi, ci ha regalato i momenti più interessanti e particolari di tutta la pellicola. Un vero e proprio genio, dapprima incompreso, il quale attraverso i suoi metodi stravaganti e originali riuscirà a dimostrare tutta la sua bravura. Per me è lui il vero protagonista.

2/5

Frase cult: mia sorella che a fine film esclama: "Ma che film è?!!".

9 commenti:

  1. La noia dell'ora del the.
    Il peggiore dei dieci in lizza come miglior film.
    Pazienza. Io l'ho praticamente già dimenticato!

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  2. Ho appena finito di vedere Hereafter ed ora Il discorso del re appare ancora di più 'na schifezza!!! :D

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  3. come dice mr. ford un film ben poco memorabile.
    comunque io non salvo nemmeno le inquadrature, che anzi mi hanno provocato parecchio fastidio, nè geoffrey rush. se devo proprio scegliere, salvo allora helena bonham carter, attrice che non sempre mi ha entusiasmato ma che qui mi è sembrata ottima.

    vedere questo re giorgio che si preoccupa della balbuzie mentre scoppia la seconda guerra mondiale è poi un po' come vedere berlusconi che si occupa dei suoi processi, mentre nel mondo sta succedendo ben altro...

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  4. A me la Carter non piace moltissimo. Apprezzata, però, in Fight Club e Sweeney Todd.
    IL tuo riferimento al Nano-minkia è giustissimo e azzeccatissimo!!

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  5. Se avevo anche una minima voglia di vederlo ora mi è passata! grazie per avermi fatto risparmiare del tempo

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  6. passa da me a ritirare un premio: http://thepathofhobina.blogspot.com/2011/03/kreativ-blogger-award-e-liebster-blog.html

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  7. L'ho visto in originale e in originale Firth e Rush rendono parecchio entrambi. Nel complesso a me non è dispiaciuto. Certo, l'Oscar come miglior film no. Almeno A Winter's Bone avrebbe meritato molto di più. E forse anche Il cigno nero. Forse. Ma il film almeno un 3/5 per me se li meritava.

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  8. 2 è stato il massimo per me. E' un film, che a ripensarlo dopo tempo, mi snerva!! Sorry!!:D

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  9. Ah. è sempre bello leggere recensioni che stroncano questo film! :D

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