martedì 3 settembre 2013

Little Boy Blue


Di questa estate porterò con me la bella sensazione della lettura di un gran libro letto con voracità ma con la giusta lentezza per apprezzarne stile e storia. Parlo di Little Boy Blue del buon vecchio caro fantastico bastardo (ecc.) Edward Bunker, divenuto ormai da tempo uno dei miei scrittori preferiti. Un libro pieno, intenso, perfetto. Non è una novità, penso, visto che nessun libro scritto da Eddie può considerarsi un 'esercizio di scrittura' o un libro inferiore rispetto ad un altro, ma tutti i suoi romanzi sono opere complete, intense e da leggere. Tutti i suoi libri sono letteratura pura.
Anche per Little Boy Blue ci troviamo dinanzi ad un romanzo crime, noir ma non solo. Bunker appartiene a più generi, creandone uno suo personalissimo e unico. La storia c'è, rapisce il lettore, lo catapulta nelle strade californiane tra inseguimenti, fughe, riflessioni, paranoie, paure e coraggio. Stavolta però dinanzi ai nostri occhi c'è un bambino, fin troppo piccolo, fin troppo scaltro. E se dapprima puoi provare un senso di tenerezza per la giovinezza strappata via e per un destino contrario e malsano, presto capirai che sei tu quello fesso, che non hai capito nulla, che Alex Hammond è un fottuto figlio di puttana che sa e vuole quello che fa. Lui ama il rischio, la sfida, non ha paura dei vari istituti in cui minacciano di rinchiuderlo. Se necessario, Alex uccide anche un uomo. All'inizio pensi che siano casi fortuiti e sfortune che girano a fargli andare tutto storto, ma in realtà Alex ha qualcosa dentro che gli fa compiere ciò che fa. E non servono psicologi e sentimentalisti per capire che Alex, a causa di mancanza di educazione e di una famiglia si trova così, senza nulla, senza casa, ma è anche un modo di essere, un nascere con qualcosa che dentro brucia. Forse Alex aveva solo bisogno di amare e di sentirsi amato. Deve lottare, fare a pugni col mondo solo per ritagliarsi un briciolo di tranquillità, magari guardando un tramonto, o una ragazza e allora ne sarà valsa la pensa scappare per ritrovarsi qui, ora, in un cinema di terza categoria.
Bunker è un fuoriclasse, usa la parola come un giocoliere un birillo, scrive con le unghie, raffinato e aggressivo, asciutto e introspettivo. E' un grande scrittore, ma soprattutto è un intenso conoscitore dell'animo umano, di quella parte più oscura di ognuno di noi.

5/5

Ciò nonostante, decise di scappare. Una fuga avrebbe anche significato la ricerca di qualcosa. Qualunque fosse questo 'qualcosa', non l'avrebbe mai trovato, se fosse rimasto chiuso dentro quelle mura. Fuori di lí, ogni nuovo giorno gli avrebbe offerto una nuova sfida e una nuova avventura. Tutto poteva succedere. Che andassero tutti a farsi fottere, se pensavano che si dava alla fuga semplicemente perché aveva paura.

Per Alex questa fu una rivelazione: non soltanto il fatto che Rogna avesse mentito, perché la menzogna è comune come la verità, in ogni circostanza. Alex ebbe la rivelazione che le persone, senza riflettere, si espongono con una parola, un gesto, un atteggiamento, un comportamento, e che gli angoli più nascosti dell'intimo di ciascuno si aprono involontariamente se si preme il bottone giusto. Non era una menzogna, nel senso proprio del termine; ma la visione che le persone avevano di se stessi, o delle cose, era talvolta più piacevole che vera, o sincera.

2 commenti:

  1. Romanzo bellissimo, il primo di Bunker che lessi.
    Se non l'hai già letto, ti consiglio Come una bestia feroce, un altro Capolavoro del mitico Ed.

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  2. Come una bestia feroce per me è il migliore, sarà perche l'ho letto per primo.
    Poi ho proseguito con Cane mangia cane e Starks. Me ne restano pochi per completare la bibliografia, per questo alterno per non spararmeli tutti e restare poi a secco, anche se sono tutti nella mia libreria! :D

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