giovedì 28 ottobre 2010

Frankenstein Junior

di Mel Brooks, con Gene WilderPeter BoyleMarty Feldman1974






Rivisitazione di una delle trame più descritte al cinema. Ma questo film è sensazionale, soprattutto per la bravura degli attori. 
Io tifo Igor!
Però nel film ho amato tantissimo il momento del balletto tra il Dottor Frankenstein e il Mostro. 
E che musica! Nanananana nananana!!
E comunque "SI. PUO'. FAREEE"


4/5

domenica 17 ottobre 2010

L'estate d'inverno

Di Davide Sibaldi, con Fausto Cabra, Pia Lanciotti, 2007, Danimarca


Quando un ragazzo di 19 anni scrive e dirige un film è sempre da apprezzare. Se poi lo fa in un modo asciutto trattando temi intensi e delicati è da applaudire. Davide Sibaldi, classe ’87, ha questo film pronto da tre anni. E’ passato sotto diversi Festival, vinto parecchi premi ed oggi finalmente il film esce nelle sale italiane (decisamente poche, a dire il vero).

La storia, ambientata in una stanza d’albergo, nella fredda, umica e magica Copenaghen, vede due protagonisti. Lulù, prostituta trentottenne, e Christian, giovane diciannovenne.

Dopo essere stati insieme, lui le chiede di passare un’altra ora insieme, solo per parlare. Lei, dopo qualche resistenza accetta. Così inizia un flusso di coscienza intenso, forte e toccante.
Il tema centrale è quello dell’abbandono, entrambi carnefice e vittima della stessa solitudine. Lui rivede in lei la madre che non ha mai avuto, lei in lui il figlio che non ha voluto avere.

Il tutto in un gioco di ruoli e di azioni che lasciano il pubblico con un dubbio. Un incontro che avrà quasi la funzione di una catarsi, una purificazione, una rivelazione, per giungere ad una nuova consapevolezza, di una nuova vita. Un incontro importante, che cambierà il modo di percepire i loro sensi. Trovare l’estate nell’inverno delle loro vite, attraverso la parola, il Logos che è Verità e Vita, attraverso l’ascolto che è Rinascita e Conoscenza.
 I due attori vengono fuori dalla grande scuola del teatro, e si vede. Si sente. I dialoghi sono carichi, vigorosi, le loro espressioni notevoli e secche. Certo, a tratti le conversazioni possono apparire verbose o troppo teatrali, ma forse, è questa la loro forza.

Una bella sorpresa insomma, di un film che oltre a valere la pena vedere, è bello anche da sentire, con la musica che accompagna costantemente le scene.

3/5

“La cosa più bella è anche la più pesante da portare.”

martedì 12 ottobre 2010

Gone Baby Gone

 Di Ben Affleck, con Casey AffleckMichelle Monaghan, Morgan Freeman, 2007, Usa


 Prima di vedere The Town, ultimo film che vede alla regia di Ben Affleck, uscito venerdì scorso nelle sale italiane, ho deciso di vedere il primo film diretto da Affleck: Gone Baby Gone.
Come tutti (ho letto vari commenti) sapendo chi fosse il regista sono partita un tantino prevenuta (errore enorme, tuttavia umano), ma, come tutti, ho dovuto ricredermi.
Non solo il film è ben girato, ma affronta alcune tematiche, come la pedofilia, la morte, il senso di colpa, in modo pulito ed espressivo.
Ciò che più mi è piaciuto è il metodo narrativo utilizzato. Non è il solito inizio-colpo di scena-conclusione, ma un insieme di avvenimenti, uno legato all'altro che portano a sciogliere il mistero finale inaspettato e fortissimo. Il film tiene incollati allo schermo, magari per notare un particolare o cogliere un'espressione, fino a capire che c'è qualcosa di grande nascosto sotto la superficie.
 Al centro della vicenda c'è il rapporto adulti/genitori- bambini/figli.
La piccola Samantha di quattro anni, figlia di una madre tossicodipendente e totalmente indifferente alla crescita della sua piccola, viene rapita. Oltre alla polizia si interessa al caso Patrick Kenzie, giovane trentenne, la cui conoscenza del posto e di molti delinguenti del luogo gli consente di muoversi da investigatore privato. Insieme a lui la compagna e collega Angie Gennaro, che rappresenta il lato buono, riflessivo, indignato della storia. Insomma un'analisi del Male, che non è mai troppo straordinario, ma spesso umano, troppo umano.
Molto tipiche le immagine iniziali, ma un pò di tutto il film dei quartieri bostoniani, dove si mescolano genti e modi diversi di vivere.
Bravo Casey Affleck, fratello del regista, che interpreta bene il ruolo del gangster pentito, convertito ora al bene. Linguaggio ed abbigliamento da strada gli consentono di mimetizzarsi nelle strade sporche e lacere e attuare le indagini ponendosi dallo stesso punto di vista dei sospettati.

4/5

"Le cose che ti fanno diventare quello che sei sono quelle che non scegli… "

Curiosità
Il film è basato sul romanzo La casa buia (Gone, Baby, Gone) di Dennis Lehane, lo stesso che ha scritto La morte non dimentica(Mystic River), da cui poi Clint Eastwood ha tratto il suo omonimo film.

martedì 5 ottobre 2010

Julia: investigatrice dell'animo

Non potevo iniziare a parlare di fumetti, se non partendo da quello che più amo: Julia- le avventure di una criminologa.
Mensile, nato esattamente 12 anni fa, nell'ottobre del 1998, dalla mente e dal genio di Giancarlo Berardi.
Julia Kendall, figura ispirata ad Audrey Hupburn, fa la criminologa. Insegna all'Università ed in più collabora con la polizia di Garden City, cittadina del New Jersey. Si ritrova quotidianamente a fronteggiare malviventi e ad analizzare scene del crimine. Il suo compito è quello di tracciare il profilo psicologico dell'assassino, attraverso gli elementi che trova, vede, elabora sulla scena del crimine. Julia deve "entrare" nella mente e nell'animo del serial killer per poterne anticipare le mosse. Un noir, un giallo ben scritto e sceneggiato, incantevolmente disegnato.
Spirito raffinato ed elegante, Julia deve fare i conti con un'infanzia difficile, l'insonnia, i problemi legati a sua sorella Norma.
A farle compagnia la gatta persiana Toni e la sua governante Emily, donna schietta e dinamica, con a seguito numerosi ex mariti e innumerevoli figli. Emily è la vera macchietta della serie. Sempre con la battuta pronta e molto affezionata a Julia, tanto da volerle trovare marito. Molto simile all'attrice Whoopi Goldberg.


Amici e collaboratori
Innanzitutto Leo Baxter, amico di vecchia data, investigatore privato, che spesso da una mano a Julia nelle indagini. La cosa suscita le ire di Webb (o le gelosie????).
Il tenente Alan Webb, col quale collabora nei vari casi che si trova ad affrontare. Tra i due non si sprecano i vari battibecchi dovuti a divergenze caratteriali, ma palese è la stima reciproca e forse anche un pizzico di attrazione. Attore di riferimento è John Malkovich.
Il sergente Ben Irving, "The Big Ben", braccio destro di Alan, amico di Julia, gigante dal cuore tenero. Attore di riferimento, al quale è ispirato è John Goodman.

Julia ha un rapporto molto speciale con la nonna Lilian, la quale ha cresciuto lei e Norma come una seconda mamma, poiché le nipoti persero i genitori in un incidente stradale quando erano ancora molto piccole. Ora ha scelto di vivere in una casa di riposo, convinta che "i vecchi non debbono stare coi giovani", credendo di essere solo d' intralcio alle nipoti. Cosa che, ovviamente, rattrista Julia, che invece, la vorrebbe con sé.

Nemica celebberrima è Myrna Harrods, personaggio ricorrente nella serie.

Julia Kendall è bella, raffinata, sensibile, intelligente, colta. Una donna con le sue mille problematiche, i suoi incubi e le sue paure. Nei vari albi non mancano mai verie citazioni: letterarie, filosofiche, musicali, cinematografiche.
Insomma un'esperienza imperdibile.

Curiosità
Fantastica la sua Morgan, che adoro, ma che adora anche il suo meccanico, il quale letteralmente costringe Julia a non cambiarla, nonostante i suoi numerosi problemi!

Oltre a Berardi dei testi, spesso, se ne occupa anche Lorenzo Calza.


 Storico primo numero di Julia: Gli occhi dell'abisso, nell'ormai lontano Ottobre 1998 (in pratica questo mese è il suo compleanno^^).


Per i collezionisti il numero 1 è un cimelio, come la Numero Uno di Zio paperone :)














                                                             Julia e Toni.




Julia ed Emily in primo piano.
Dietro Alan Webb, Leo Baxter e Ben Irving.










"Chi lotta contro i mostri deve fare attenzione a non diventare lui stesso un mostro. E se tu guarderai a lungo in un abisso, anche l'abisso vorrà guardare dentro te."
                                                F. Nietzsche "Al di là del bene e del male"

L'uomo che amava le donne

Di Francois Truffaut, con Charles Denner, Francia, 1977

Racconto raffinato e sincero di Bertrane Morane, uomo affascinante e amante delle donne. Il film passa in rassegna tutte le sue amanti, ognuna con proprie peculiarità e ossessioni. Deciderà così di scriverne un libro e di tentarne la pubblicazione.
4/5

"Bertrand ha inseguito un'impossibile felicità nella quantità, nella moltitudine: perché abbiamo bisogno di cercare in tante persone ciò che la nostra educazione pretende di farci trovare in una sola."



sabato 2 ottobre 2010

I 400 colpi (Les Quatre Cents Coups)

Di Francois Truffaut, con Jean Pierre Lèaud, Francia, 1959.


Parigi, la magica e sublime.
Antoine Doinel è un ragazzino di 12 anni. Vive con la madre ed il patrigno, in un piccolo appartamento. Considerato poco dalla madre, una donna dedita più a se stessa ed alla sua vita che al figlio o al marito, Antoine va male a scuola ed a essa preferisce il cinema e le uscite con l'amico René. Farà qualche furtarello, e dopo avere marinato la scuola prima e aver preso un brutto voto dopo, decide di non tornare più a casa, per evitare l'ennesima delusione. Così trascorrerà le sue notte in una buia ed affascinante Parigi di fine anni '50.
Viene narrato, dunque, il percorso di crescita e maturità di un bambino che pian piano diviene adulto e come tale deve affrontare i suoi problemi e responsabilità. Tutti i comportamenti di Antoine sembrano gridare al bisogno d'attenzione verso i familiari e le istituzioni. 
Insomma un inno alla libertà dell'infanzia e alle sue mille difficoltà ed insicurezze. Antoine dovrà affrontare il riformatorio e l'indifferenza familiare. Tuttavia il finale ci regala uno dei momenti più belli di tutta la pellicola, una metafora di vita e di libertà attraverso gli occhi di un bambino ormai divenuto uomo. 


Curiosità: Il titolo originale si riferisce all'espressione "faire les quatre cents coups", che vuol dire "fare il diavolo a quattro";
E' il primo lungometraggio di Truffaut ed è il primo film di una serie dedicata ad Antoine Doinel, alter ego del regista, sempre interpretato da Jean-Pierre Léaud
La serie racconta la vita di questo giovane, dall'adolescenza alla maturità ed i fil sono
Antoine e Colette (1962), Baci rubati (1968), Non drammatizziamo... è solo questione di corna (1970), L'amore fugge (1978).


5/5



venerdì 1 ottobre 2010

Inception

"Sogno o son desto?"
Vengono in mente Shakespeare, Schopenhauer, Cartesio ed ora anche Nolan, il quale nel suo ultimo film ha intrapreso un viaggio onirico ad alto livello. Una pellicola ambiziosa e complessa, che richiede al pubblico un totale coinvolgimento ed uno sforzo. Una rivisione è d'obbligo.
Il sogno viene analizzato, spiegato, mettendo in pratica gli assunti freudiani, perché è nel sogno che l'uomo è più libero, quindi più facilmente manipolabile.

Dom Cobb (un sempre più bravo Leonardo Di Caprio) è un estrattore di segreti dalle menti umane e lavora quando l'uomo è più vulnerabile: nel sonno. Ora col suo team dovrà attuare l'operazione opposta: insinuare, immettere, innestare (Inception, appunto) un'idea nella mente di Fisher jr sotto proposta di Saito, quindi scendere su tre livelli di sogno, quindi di subconscio. Ma lo stesso Cobb dovrà fare i conti con i suoi fantasmi e sensi di colpa (colpa e catarsi sono temi noti al cinema di Nolan, presenti in tutti i suoi film).

Da sempre il confine tra la veglia ed il sogno è un confine che appare labile ed incerto, tanto da considerare alle volte lo stato di veglia come un prolungamento del sonno. E nel film i vari livelli si alternano e si incastrano lasciando alla spettatore un senso di "contrapposizione".
Aristotele vedeva il sonno e dunque il sogno come una vita minore rispetto allo stato di veglia, e fino alle scoperte freudiane, si pensava al sogno come alla parte più negativa, ombrosa e dunque pericolosa dell'uomo. Ma anche il sonno della ragione può creare mostri.
Non è possibile distinguere il confine che separa il sogno dalla realtà. O forse è possibile (magari grazie ad un totem). Cartesio è colui che si è posto tali interrogativi e ha posto la possibilità di un Dio ingannatore e capriccioso che ci fa vedere le cose come in realtà non sono.

A questo pensavo quando guardavo Inception!
E se fosse tutto un sogno? E se Nolan fosse quel genio cattivo ed ingannatore che vuole farci vedere le cose in un modo, ma poi sono in un altro? E se stessimo tutti dormendo? E se quel totem ci stesse ingannando? I quesiti restano ed il dubbio (cartesiano) si insinua.
Di certo un film destinato a tante interpretazioni (in rete ne girano parecchie) e che ha una forza ed un impatto visivo particolare.
Ottimo cast, maestosa musica che accompagna benissimo il film, senza mai risultare invadente.

Come diceva Schopenhauer, la vita e i sogni sono pagine di uno stesso libro.


5/5 




Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...