con Filippo Scicchitano, Luca Argentero, Gaia Weiss, Aurora Ruffino
Italia 2013
Leo ha sedici anni e ama Beatrice, una ragazza dai lucenti capelli rossi. Va a scuola, alla quale è interessato ben poco e ha due amici fedeli e importanti: Niko e Silvia, che sono il suo universo chiarificatore e dove ritrova la pace. Dopo tanti maldestri tentativi finalmente conoscerà Beatrice, ma presto dovrà fare i conti con la malattia di lei che lo porterà a vedere le cose da un punto di vista più profondo ed insolito. Deciderà di starle accanto, di crederci, di avere speranza e fiducia nel fututo cercando di alleviare le di lei sofferenze e tristezze.Nel frattempo sarà il nuovo professore di italiano a prenderlo dolcemente per mano e condurlo a nuove riflessioni e consapevolezze.
Fra una partita di calcetto e una bicicletta malandata, tra musiche prepotenti (colonna sonora dei Modà) e genitori preoccupati, tra lezioni di Dante e tiri di boxe inaspettati, Giacomo Campiotti firma una pellicola di formazione che farà breccia in tutti i teenager che se ne accosteranno. Bianca come il latte rossa come il sangue è la trasposizione cinematografica di un ormai best seller tradotto in venti lingue scritto dal professore di origini palermitane Alessandro D’Avenia. E si percepisce che dietro il film ci sia l’ossatura robusta di un libro. Non pensate a Moccia o altri, questo è un libro e un film diverso. Per certi aspetti più intenso, sicuramente più curato. D’Avenia sa di ciò che parla, si addentra nel mondo degli adolescenti per capirli, aiutarli e farne venire fuori una profondità spesso non riconosciuta. Le tematiche affrontate sono tante e questo potrebbe sembrare un limite, in realtà il regista riesce a dare un giusto equilibrio a tutta la storia.
Leo vive, come tutti gli adolescenti, le proprie emozioni passionalmente, senza limiti ed estremizzando ogni emozione. Ama Beatrice e non vede altro. La scuola va male, le argomentazioni trattate sono troppo lontane dai suoi problemi. Ama il rosso ed odia il bianco, Leo non conosce sfumature. Quando però il sangue di Beatrice si ammala diventando da rosso sempre più bianco, si ritrova in un vortice di collera e disperazione e dovrà riflettere sulla malattia, la morte, l’amore, la perdita. E lo affronta come qualsiasi 16enne farebbe: con rabbia. Nel frattempo dall’altro lato c’è una sedicenne che deve affrontare la malattia e la paura della morte, allora si affida a Dio perché “ha nostalgia di Dio, di come credevo in lui da bambina”. Ecco dunque anche il tema della religiosità e successivamente quello della solidarietà attraverso il tema del trapianto (in questo caso del midollo) e della possibilità reale e concreta di aiutare qualcuno.
Leo si ribella, ha paura, ma sarà un momento necessario di crescita e di rivoluzione interiore perché crescere significa misurarsi col mondo. Un film dunque interessante e importante per far riflettere i più giovani e far capire qualcosa in più dei ragazzi ai meno giovani.
3/5
Pubblicato su: Cinema4stelle
Un tributo a Luca Argentero (il prof. del film) credo sia doveroso XD |
mi son innamorata del libro: ora non vedo l'ora di vedere il film!
RispondiEliminaThis is a Bang-up games whеre yοu are taskeԁ tο Buіld uр а Paladin оrсharacter.
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