lunedì 2 maggio 2011

Il sesso aggiunto


di Francesco Antonio Castaldo, con Giuseppe Zeno, Myriam Catania, Valentina D'agostino, Italia, 2011.


Il bravo Giuseppe Zeno con Myriam Catania
Il Sesso Aggiunto è un film sulla tossicodipendenza e sulla triste quotidianità di un gruppo di tossici che vivono in attesa. Alan è un bellissimo uomo, che vive aspettando di 'farsi' e dedica tutto il suo tempo a cercare i soldi per comprare la roba. C'è Laura, la sua ragazza, una borghese finita nel vortice della droga. Valentino, malato di Aids, prossimo alla morte, innamorato di Barbara. Poi c'è Nancy, appena uscita dalla comunità, ma spaventata e sospesa su quel limite sottile e labile di chi non si droga più, ma che è continuamente tentato dal rifarlo.
Fare un film del genere non è facile, soprattutto se sono esperienze non vissute personalmente, perché semplice è cadere nei luoghi comuni o finire per fare inutili paternalismi e si rischia di fare un film 'per le scuole'. 
Alan trascorre le sue giornate, e come lui tutti i suoi amici, pensando solo a se stesso e a 'lei': la droga viene continuamente personificata e associata ad una donna, che ti rapisce l'anima e la mente, la quale quando c'è, è un momento unico ed intenso, ma quando va via, per stare con qualcun altro, ti lascia lì, inerme a soffrire. Alan va contro la madre e la sorella, umiliandosi e umiliandole, in continua ricerca di soldi, senza badare alle loro sofferenze e mortificazioni. Però Alan è anche un intellettuale, un uomo che scrive e cerca di trovare un senso a se stesso, soprattutto dopo il ritorno di Nancy. Inizia un percorso di analisi interiore e di ripresa, cercando quel 'dio' che è dentro di noi: l'amore. Alan dice che, per lui, dovrà arrivare il tempo in cui penserà 'E' il momento': è arrivato il momento di riprendere la propria vita in mano, di smettere di drogarsi, partendo da dove si è iniziato, ossia dall'amore primordiale e sempre presente di una madre, per rinascere a nuova vita, nel perdono. Un istante importante perché è allora che inizia la catarsi verso qualcosa di migliore. Un viaggio interiore, dunque, quello del protagonista, un percorso di presa di coscienza della propria condizione verso una nuova e più lucida consapevolezza.
Il film, forse, a tratti risulta verboso soprattutto quando si lascia andare alle lunghe disamine interiori, che rappresentano di certo il punto chiave attraverso il quale capire e cogliere  il film, ma che sembrano fuori contesto rispetto al resto della pellicola e, nonostante le grandi riflessioni di Alan, recitate benissimo da Giuseppe Zeno, il quale si percepisce abbia avuto esperienze teatrali, si ha l'impressione di non esserci addentrati molto a fondo. Si ha la sensazione di rimanere in superficie e di non riuscire ad inoltrarsi negli abissi della coscienza umana, quella parte fragile e tenera che porta a farsi del male.
2/5
Pubblicato su: Cinema4Stelle

5 commenti:

  1. chissà se le donne hanno davvero il potere di essere paragonate alla droga, temo che non sia così ... recensione molto stimolante

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  2. avevo ricevuto l'invito di mymovies per vederlo, ma non mi ispirava molto. direi che non mi sono perso moltissimo...

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  3. Volevo vederlo...direi che posso anche perderlo! :-)

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  4. Bblogger
    Spero proprio di no!!
    Stimolante?? grazie!!! :D Recensire film che non piacciono è sempre più complicato!!

    Marco
    Sembra quasi un documentario...risparmiatelo!

    Elettra
    Perdilo tranquillamente!

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  5. Giuseppe zeno è uno dei miei attori preferiti... bravo... ma forse ha sbagliato con questo film!
    un bacione
    marti
    Glamour Marmalade

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