giovedì 30 gennaio 2014

Belle & Sebastien

di Nicolas Venier
con Félix Bossuet, Tchéky Karyo, Margaux Chatelier, Dimitri Storoge, Mehdi, Urbain Cancelier
Francia 
2013




Seconda guerra mondiale. Sulle montagne tra i Pirenei vive Sebastien, un dolcissimo bambino, orfano e senza istruzione, insieme al nonno e alla zia. Egli ama girovagare tra le montagne ed è proprio qui che incontrerà un amico speciale, anzi un’amica: Belle. Ritenuta da tutti un mostro che uccide gli altri animali, altri non è che una splendida cagna Patou bianca per nulla pericolosa che in realtà ha subito maltrattamenti dal suo vecchio padrone. Solo Sebastien coglierà la purezza di Belle, ma riuscirà a difenderla dalle minacce degli altri abitanti del suo piccolo paese che vogliono ucciderla?
Belle & Sabastien è la storia di una grande amicizia che non ha bisogno di parole per svilupparsi, ma vive tra mille giochi e sorrisi. Ripresa da una serie televisiva anime francese degli anni ottanta, viene ora modernizzata e riadattata. Storia che sicuramente piacerà ai bambini e a coloro che rimembreranno una giovinezza lontana ricordando la già citata serie tv. 
Sebastien rappresenta la genuinità e purezza fanciullesca di chi vive senza pregiudizi e limiti. Non ha paura del ‘mostro’ che si aggira tra le montagne e appena lo incontra gli basta un’occhiata per capire la verità. Gli adulti dal canto loro, invece, rappresentano la superstizione e come crescendo si perda lo sguardo fresco e sincero sul mondo tipico viceversa dei bambini. Belle non è altro che l’amore che lega l’uomo al proprio cucciolo di cane. Insomma la descrizione di un’amicizia tra un bimbo e un bellissimo cane che va al di là del comunicabile, che si nutre di gesti, perché la vera amicizia non ha bisogno di parole.
E’ in fondo una storia già vista e sentita, di cui non si sentiva il bisogno. Riesce tuttavia a coinvolgere tra i momenti di tensione (alcuni riguardano il passaggio di ebrei verso la Svizzera per sfuggire ai nazisti) e il pathos che suscita l’amore smisurato di questo orfanello che fa di tutto per proteggere Belle. 
Suggestiva la fotografia con immagini mozzafiato dei Pirenei innevati, così belle da sentire quasi freddo al naso.

1,5



mercoledì 8 gennaio 2014

Il Grande Match

di Peter Segal
Con Robert De Niro, Sylvester Stallone, Kim Basinger, Alan Arkin, Jon Bernthal, Kevin Hart, Steffie Grote, Han Soto, Nicole Andrews, Paul Ben-Victor
Usa
2013




Parodia o tributo? E’ questo che ci si chiede sui titoli di coda. In realtà Il Grande Match è una sorta di via di mezzo, un film che prende in giro se stesso pur ricordando le pellicole che hanno fatto la storia della boxe: Rocky o Toro Scatenato. Ed è proprio su questi ultimi due film citati che si ricollega, come l’omaggio ai due attori protagonisti: Sylvestrer Stallone e Robert de Niro e ai personaggi da loro interpretati trent’anni fa.


Henry “Razor” Sharp e Billy “The Kid” McDonnen sono due pugili di Pittsburg. In passato  vissero i l loro momento di gloria grazie a due combattimenti, ognuno dei quali vinto da uno di loro. Mossi da una fortissima rivalità, al momento di tirare le somme con un terzo e ultimo combattimento che avrebbe decretato un solo vincitore, Razor decide di chiudere con la boxe ritirandosi tra lo sgomento di The Kid e la delusione dei fans. Trent’anni dopo si ripresenta l’occasione di quel Gran Match mai disputato ma ora possibile nonostante la poca preparazione fisica e l’età avanzata. E’ il momento di regolare i conti di una vita e di far capire chi è il più forte.


Il Gran Match è una commedia a tratti divertente ma che non decolla mai. Sembra un incoraggiamento verso gli anziani come a voler dire che anche i settantenni possono farcela e il messaggio oltre ad essere leggermente limitativo non si accorda bene con due grandi attori che hanno costruito personaggi indimenticabili della boxe. Sicuramente autoironici e per questo apprezzabili, ma davvero c’era bisogno di un film del genere? Tra i due si insinua anche una donna (Kim Basinger) ed ecco che dalla commedia spunta anche un melò familiare a tutti gli effetti.
Dialoghi poco interessanti, personaggi che scimmiottano se stessi, battute per nulla divertenti, uscite direttamente da un film demenziale. Forse la commedia non era il genere giusto sul quale basarsi per un film di questo tipo. Il sarcasmo dei personaggi verso se stessi è l’unica nota positiva del film quasi una consolazione come a voler dire che anche Rocky e Toro Scatenato invecchiano. Insomma non più giovanissimi, ma con molta voglia di  fare fuori e dentro il set. Molte le scene riprese da Rocky, come gli estenuanti allenamenti di Razor, ma anche le ambientazioni sono un po’ lasciate a caso come durante il combattimento, momento clou di tutto il film, ma reso al minimo con un finale senza vigore e muscoli.

*




Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...